Regia di Dario Argento vedi scheda film
Trauma è il film di Dario Argento più esasperato e disperato; il suo lungometraggio più ossessionato e sfiancato. La sua pellicola più inevitabilmente ripetitiva e ed ineluttabilmente dispiaciuta. Funzionalmente spiacevole.
È il suo film della crisi.
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Un'opera(zione) che palesa, attraverso uno sbandierato e ricercato, nonché stancamente ossessivo, punto di vista dell'assassino, la crisi in atto dello sguardo argentiano; un punto di vista che, in questo caso, è talmente portato allo spasmo, ovvero allo sfinimento, che risulta essere, addirittura, quello di una testa di un cadavere.
Crisi, quindi, della sua poetica, ravvisabile, anche, da uno sciorinato e meccanico, ovvero reiterato, utilizzo scenico della pioggia, tipico elemento presente nel cinema del Maestro del brivido, il quale, portato all'esasperazione per via di un filmico esaurimento d'idee, stavolta risulta possedere, addirittura, un urgente scopo narrativo e tramico; crisi identificabile, tra le varie - e già elencate - cose, anche dagli ostentati grandangoli e dalle inefficaci sovrimpressioni.
Insomma, crisi come inesorabile fine del suo cinema, raffigurata, in maniera emblematica, dalla sequenza in cui Aura Petrescu strappa il nastro della (video?)cassetta, come a voler, appunto, simboleggiare la sopracitata fine [importantissimo il fatto che ad interpretare la suddetta scena sia nientemeno che Asia Argento, la figlia di Dario Argento!]; ma anche da un altro fondamentale momento in cui David Parsons, pronunciando le inequivocabili parole "Ormai l'incubo è finito", pare essere una dichiarazione rivolta verso il cinema del filmmaker italiano; pare voler palesare, ammettere, quella che è la consapevole fine, in un certo senso già avvenuta, poiché individuabile dalla nevrosi filmica, nonché stilistica, di Opera, del cinema del regista di Suspiria.
Mai, allora, come in questo caso, un Argento così disperato ed esasperato, che cerca, in ogni modo, di ri-acchiappare il suo cinema. Un cinema in picchiata.
Il suo cinema che ha perso la testa.
Per tutto ciò che si è scritto fin'ora, Trauma risulta essere, per il sottoscritto, un La Finestra sul Cortile diretto da Sam Raimi.
Risulta essere il suo personalissimo Amen [2011, Kim Ki-duk].
Trauma è il film di Dario Argento più inadeguato e post-apocalittico.
Il suo lavoro più tristemente e perdutamente "ridicolo".
Il suo film più abbattuto.
Un trattato cinematografico di amara consapelozza.
Il trait d'union tra ciò che era e ciò che sarà il suo cinema.
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