Regia di Dario Argento vedi scheda film
Dario Argento,dopo l'excursus negli adattamenti di Poe in "Due occhi diabolici",torna al thriller piu'tradizionale,se si escludono un paio di parentesi un po'inverosimili come quelle sequenze in cui due teste appena recise riescono a formulare una parola(ma sembrerebbe piu'che altro una citazione di "Alien" di Scott).Due motivi ricorrenti del cinema argentiano:uno è il modo in cui vengono uccise le vittime.Se si ha una buona conoscenza della filmografia del regista di "Phenomena",apparira' evidente che la decapitazione tocca di solito a chi è in qualche modo reo di azioni criminose,siano essi il maniaco assassino o i malcapitati che finiscono variamente massacrati.E'una sorte che capita agli assassini di "4 mosche di velluto grigio","Profondo rosso",e questo "Trauma".L'altro leit-motiv è il ricordo "sfocato" del protagonista,capitato sulla scena di un delitto,la cui memoria ha rimosso un particolare decisivo.Per circa due ore,il regista romano tiene lo spettatore sul chi vive,confondendolo con piu'colpi di scena e arrivando a un finale difficilmente prevedibile.La catena di delitti persegue una logica,piu'che in altri lavori di Argento,fino a rivelarsi una vendetta che a conti fatti vede cadere sotto la mano impalcabile del killer personaggi che forse non meritavano una fine migliore,colpevoli di un atto di incredibile inumanita'anni prima.Da mandare a memoria la sequenza in cui David e Aura,i giovani protagonisti,si perdono nei corridoi di un manicomio,con due morti in stanze diverse e i pazzi vaganti nel loro delirio.Non il miglior film argentiano,ma vi si avverte una pena e un dolore di rancori inespressi e veleni familiari iniettati da proiezioni malate di menti fragili.
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