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La circostanza

Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film

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La recensione su La circostanza

di Baliverna
6 stelle

La casa è un albergo e ognuno vive per conto suo. Il benessere c'è, ma solo economico, e l'anima è malata. La solitudine affligge tutti.

E' una pellicola che vede convivere il solito tono di vita quotidiana di Olmi, senza enfasi alcuna, con una ricercatezza formale sconosciuta alla prima fase del regista e di molti film successivi. In particolare va segnalata la destrutturazione del racconto. Una trama c'è, ma viene sviluppata in modo frammentario, complice un montaggio spezzettato, che mescola il presente e il passato. In certi passi la successione di immagini è una specie di catena di segmenti che si fa un po' di fatica a seguire. Mi sento di dire che formalmente la pellicola è un po' ambiziosa, o un po' troppo elaborata.
Per il resto, il regista non nasconde la sua capacità di penetrare nell'essenza dei personaggi, nella loro interiorità, in quello che nascondono sotto parole che vogliono dire qualcos'altro. Anzi si può dire che la pellicola sia uno studio sull'interiorità dei membri di una famiglia dai legami assai laschi, dove sostanzialmente ognuno vive per conto suo. E' una famiglia alto-borghese, dove l'alienazione e la solitudine si sono insinuate a poco a poco, fino a farne una comunità di monadi, di individui che vivono per conto proprio. Il motivo è forse l'inseguimento del benessere economico a qualunque costo, specie a quello del sacrificio degli affetti familiari. Il fatto quindi che la moglie si prenda così a cuore le sorti di un ragazzo estraneo si può interpretare, secondo me, come proiezione all'esterno di un bisogno di cura e di affetto da dare che in famiglia si è completamente prosciugato, e che necessita comunque di un oggetto. A mio parere la circostanza del titolo è proprio questa situazione. Per il marito, invece, non è capace neppure di fare una stupida telefonata, benché molto importante per la conservazione del suo impiego.
Ho trovato riusciti la rappresentazione del rapporto sentimentale della figlia giovane, dei problemi lavorativi del padre, e anche dell'atteggiamento borioso e dirigista della moglie verso figlio e nuora. Per il resto, pare proprio che in quella famiglia manchi l'amore, e che l'aridità si sia impossessata di tutti.
In generale questo pur interessante studio di caratteri mi sembra un film leggermente incompiuto, cioè pare che alla fine non rimanga in mano molto, e la vicenda finisca semplicemente come nella nebbia o sfumi in niente, senza incidere veramente. A margine, il tema dell'incidente stradale che sconvolge la vita e quello delle mega-ditte dove regna l'egoismo e la precarietà umana sono temi ricorrenti nei film di Ermanno Olmi di quel periodo.

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