Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Bolognini gioca la carta del film-saga famigliare, ambientando alla fine del diciannovesimo secolo un lavoro che probabilmente ha fra le sue ambizioni anche quella di raccontarci un pezzo dell'Italia di cent'anni dopo, o perlomeno di come essa abbia avuto origine e grazie a chi. Il 'chi' è evidentemente la famiglia Ferramonti, composta di subdoli, crudeli cannibali dalle brame economicamente notevoli, coscienti soltanto di trovarsi in una lotta tutti contro tutti per accaparrarsi il potere (che è poi equivalente del denaro e viceversa). Le scelte dei personaggi sono felici ed il cast può così vantare la brava Sanda, la classe di Quinn ed il talento inequivocabile di Proietti, più spesso impiegato al cinema come comico, ma capace di fornire ottime prove anche sotto il profilo drammatico, come in questo caso. Fra gli altri, Paolo Bonacelli, Fabio Testi, Adriana Asti. La morale è in una frase pronunciata verso il finale: "Vince chi ha dalla sua il mondo". Mattoncello (due ore di durata). 6/10.
1880, la famiglia romana di artigiani dei Ferramonti si regge sulle spalle del vecchio Gregorio, burbero e maldisposto verso i figli, in particolare Pippo. Quando quest'ultimo sposa Irene i rapporti familiari sembrano potersi ricomporre almeno per un attimo: non solo non sarà così, ma il matrimonio darà il via alla spietata 'scalata' della ragazza, che passerà per il letto del fratello Mario per finire in quello del capofamiglia.
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