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Provaci anche tu, Lionel

Regia di Roberto Bianchi Montero vedi scheda film

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La recensione su Provaci anche tu, Lionel

di mm40
4 stelle

L'investigatore privato Lionel Lionelli riceve un incarico molto particolare: la bella Anna Tredicesimo, moglie del losco e pericoloso Luigi Tredicesimo, ha perso le sue mutandine rosse. A quanto pare le ha dimenticate a casa di un incallito playboy. Lionel parte alla ricerca del prezioso indumento, per scoprire pian piano di ritrovarsi in un caso di spionaggio industriale internazionale.


Chissà se Woody Allen ha mai avuto la fortuna – si fa per dire – di vedere questo film sin dal titolo dichiaratamente ispirato a Provaci ancora, Sam (Herbert Ross, 1972), uno dei copioni e una delle interpretazioni più esilaranti del comico americano. Di sicuro fino al 2020 hanno avuto occasione di vederlo in pochissimi anche in Italia poiché la pellicola è rimasta a lungo nel dimenticatoio, fino a quando Mediaset ha cominciato a riprogrammarla. Tutto sommato, qualcosa di interessante in Provaci anche tu, Lionel c'è; la sceneggiatura di Luigi Angelo è sopra le righe, piena di assurdità e, per quanto la cifra del lavoro sia il nonsense e la comicità più demenziale, certe battute, gag e situazioni risultano davvero incomprensibili, immotivate. Ma la storia per lo meno segue un minimo di filo logico e la messa in scena di Roberto Bianchi Montero funziona senza grandi intoppi; Oreste Lionello, caratterista e fin troppo spesso spalla, sbrigliato in un ruolo centralissimo come qui non sembra dare del suo meglio. Fa quello che deve fare, sì: ma in questo lavoro gli viene richiesto solamente di scimmiottare Woody Allen, già dall'abbigliamento e dalla parlata (il che, essendo Lionello il doppiatore storico di Allen, è stato uno dei motivi per cui il film stesso esiste). Carina l'idea di sostituire il Bogart di Provaci ancora, Sam con un italianissimo Ubaldo Lay nei panni per lui più celebri, cioè quelli del tenente Sheridan; altra bizzarria totale quella di far parlare i criminali un po' in siciliano (esplicitando l'omaggio al Padrino di Francis Ford Coppola), un po' in napoletano e un po' in... veneto: presumibilmente un unicum nella storia del cinema. In parti laterali o minori troviamo anche Orchidea De Santis, Nino Terzo (senza la caratteristica parlata aspirata), Claudio Gora, Salvatore Baccaro, Aldina Martano, Paola Senatore e Giacomo Furia. 4/10.

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