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I corpi presentano tracce di violenza carnale

Regia di Sergio Martino vedi scheda film

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La recensione su I corpi presentano tracce di violenza carnale

di cheftony
5 stelle

"Il caso e la necessità, ricordi? In me si sono mostruosamente capovolte. E' stato il caso a spingermi alla necessità...di uccidere."

 

Nella tranquilla Perugia viene brutalmente uccisa una coppietta appartata in macchina da un assassino col volto coperto e i giovani del luogo sono in pre-allarme. Quando un'altra ragazza, anche lei studentessa alla facoltà di Storia dell'Arte e ai corsi del professor Franz (John Richardson), viene ammazzata in un bosco, pare immediato un collegamento fra i due delitti. Per staccare la mente da quell'orrore che sembra toccarle da vicino, Jane (Suzy Kendall) e tre sue amiche decidono di prendersi un fine settimana all'insegna del relax in una casa isolata e tranquilla. Se si eccettuano la breve visita di un giovane medico (un improbabile Luc Merenda) e una non chiara apparizione dell'ambiguo Stefano (Roberto Bisacco), le quattro ragazze soggiornano sole e tranquille, finché...

 

Sergio Martino, va detto, è un regista noto per alcuni lavori cult del cinema trash italiano, a partire da Giovannona Coscialunga disonorata con onore (peraltro girato nello stesso anno di questo thriller) fino a L'allenatore nel pallone, passando per una sfilza di poliziotteschi. Sottovalutare questo film, però, sarebbe un errore: I corpi presentano tracce di violenza carnale alterna scene noiose e mal riuscite a notevoli ma sporadici picchi, con obbligatoria menzione per la mezz'ora finale in cui la tensione, finalmente, dopo un'ora complessivamente ardua da digerire, si taglia a fette.

I meriti vanno alle riprese virtuosistiche e funzionali di Martino e ad alcuni particolari truci, ma ci sono anche demeriti su cui non si può sorvolare: interpreti così così, trama un po' scontata, scenette di nudo frivolissime, un duello finale che rovina del tutto le ottime scene che lo precedono.

In definitiva, questo thriller intriso di gore nostrano è simbolicamente significativo come precursore del genere slasher insieme a Reazione a catena (Ecologia del delitto) di Mario Bava del 1971 e questa è senz'altro la miglior ragione per guardarlo. Per cercare un thriller impeccabile, ottimamente recitato o con un finale-shock è meglio rivolgersi altrove. ** e 1/2

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