Regia di Ken Loach vedi scheda film
Gli anni Novanta sono stati il periodo più vitale per Ken Loach e "Raining stones" rimane una delle sue opere più rappresentative. Una storia di disperazione proletaria, di sfruttamento, di possibile redenzione che riprende le coordinate tipiche del cinema del regista immergendole in una forma essenziale, depurata, a tratti volutamente imperfetta, che non ambisce al capolavoro estetico, ma ad una denuncia sociale di forte risonanza etica. Il film è un dramma che sfiora la tragedia ma contiene anche delle scene insolitamente divertenti, di un'allegria contagiosa per lo spettatore, e la parte finale è all'insegna di una suspense quasi hitchcockiana. Ben diretti gli attori, tutti volti poco noti o semi-esordienti che aderiscono con naturalezza ai personaggi proletari di una Manchester decisamente grigia e ostile. Le scene di ricatto degli strozzini alla moglie del protagonista non si dimenticano, mentre il film si fa apprezzare per l'asciuttezza e la concisione dello stile di Loach, non ancora ripiegato nella maniera di certe operazioni successive. Da notare il valore positivo che ricopre nella storia il personaggio del prete e la sua comprensione di fronte al dilemma etico del personaggio principale, mentre in altre occasioni Loach sarà decisamente più aspro con i rappresentanti delle istituzioni religiose.
Voto 8/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta