Regia di Ken Loach vedi scheda film
Mi è piaciuto, anche perché è meno schematico e ripetitivo di altri film del regista inglese specializzato in storie di basso proletariato urbano. I temi cari a Loach ci sono tutti, come la sofferenza delle classi più deboli, la disoccupazione, la necessità di un cambiamento dal basso, cioè da parte dei poveri che si uniscono. Sono tutti temi classici del socialismo, ma questo film non soffre di schemi ideologici e riesce a raccontare una vicenda umana di povera gente che non riesce a sbarcare il lunario legalmente, con un lavoro vero, e quindi si arrangia come può. Anche i personaggi sono interessanti: dai due protagonisti trafficoni ma non canaglie, alle rispettive famiglie, al prete, fino agli odiosi strozzini... Alcune scene restano impresse per efficacia drammatica o persino umorismo, come la rissa in discoteca, l'irruzione in casa degli usurai, o la razzia al club dei conservatori. Loach questa volta mostra una Chiesa amica dei poveri e, pur mostrando di non comprenderne le istanza religiose, la rappresenta con rispetto e forse una certa stima distaccata. Interessanti trovo anche i personaggi di contorno: ubriaconi di periferia, bulli che insultano e se la prendono con tutti, impresari di dubbia moralità che assoldano solo lavoratori in nero e a giornata...
E' un film non profondo e perfetto, ma che ha cosa dire e lo dice bene; la vincenda si segue con interesse, e mostra un lato interessante della società inglese, quello solitamente meno presente nei film.
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