Regia di Michele Soavi vedi scheda film
Estratto di Cimiteri viventi.
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Se il cimitero visto nell'incipit del film di Romero avesse avuto un custode come Francesco Dellamorte, probabilmente la storia de La notte dei morti viventi sarebbe stata diversa, ma non meno affascinante. Lo zombie non avrebbe ucciso Johnny, e Barbra non sarebbe stata costretta a una fuga disperata. Nella piccola cittadina di Buffalora infatti, i "ritornanti" vengono neutralizzati con un colpo di pistola in testa dal personaggio inventato da Tiziano Sclavi (scritto originariamente nel 1983 ma pubblicato solo nel 1991) e portato sullo schermo nel 1994 da Michele Soavi. Dellamorte Dellamore, un film che mescola horror e commedia nera, presenta una visione profondamente filosofica e disperata della società contemporanea. La routine di uccisioni quotidiane del protagonista, ripetitiva e priva di senso apparente, diventa una metafora della nostra lotta contro l'inevitabilità della morte e la banalità della vita quotidiana. Se Dellamorte fosse stato presente nel cimitero di Romero, la sua efficienza letale avrebbe stroncato sul nascere la minaccia dei non morti. Il primo zombie del 1968 avrebbe incontrato una fine rapida e definitiva grazie alla pistola di Dellamorte. La presenza del personaggio interpretato da Rupert Everett avrebbe radicalmente cambiato il corso degli eventi, trasformando una tragedia in un'ordinaria notte di lavoro. Il film di Soavi, oltre a proporre un'interpretazione innovativa del genere horror, ci offre una riflessione profonda sulla condizione umana. Il cimitero di Buffalora diventa una metafora del mondo intero, un luogo dove vita e morte si mescolano incessantemente. Per chi ha paura dei cimiteri, quello di Buffalora avrebbe avuto un motivo in più per passarvi la notte. In Dellamorte Dellamore, la presenza enigmatica e affascinante di Anna Falchi, che interpreta ben tre personaggi distinti, aggiunge un ulteriore strato di mistero e seduzione. Anna Falchi, con la sua bellezza eterea e magnetica, porta alla vita tre caratteri che sono tanto attraenti quanto inquietanti. “Lei” si trasforma presto in un oggetto del desiderio per Francesco Dellamorte, il cui cuore arido è improvvisamente inondato da emozioni contrastanti. La loro storia d'amore, ovviamente, è destinata a finire in tragedia.
Come dice Dellamorte all'inizio del suo film, al cimitero "si vive", ricordandoci che, anche nei luoghi più oscuri, la vita continua a pulsare sotto la superficie.
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