Regia di Franco Brusati vedi scheda film
Brusati è più noto come sceneggiatore che come regista, eppure ha girato anche qualche lavoro memorabile e almeno uno meraviglioso, cioè Pane e cioccolata (1974); I tulipani di Harlem appartiene alla restante parte di film da lui diretti e non riuscitissimi. Si tratta in sostanza di una fiabetta che, quantomeno fino al drastico colpo di scena finale (che racchiude in sè, fortunatamente, tutto il succo del discorso del film), risulta inconcludente e bolsa, soprattutto per via dello sguardo cartolinesco all'Olanda che il regista arbitrariamente decide di gettare; e dire che nei titoli di testa Brusati si premura di avvertire che con questa pellicola intende omaggiare niente meno che Magritte. Un'altra nota di mediocrità viene dall'interpretazione del debuttante Frank Grimes, protagonista insipido, incolore, per fortuna affiancato da una discreta Carole Andrè (che qualche esperienza sul set invece aveva già fatto); nel resto del cast l'unico nome degno di nota è quello di Gianni Garko. Sorprende in negativo l'opera, infine, anche perchè al nome del regista in fase di sceneggiatura si affianca quello di Sergio Bazzini, già co-autore con Ferreri (Il seme dell'uomo, Dillinger è morto) e con il primo Samperi (Grazie zia, Cuore di mamma), segnalatosi finora per opere ironiche, fortemente critiche e di profonda psicologia: tutta roba di cui qui non c'è traccia, se si esclude appunto la 'scioccante' (ma fino a che punto?) conclusione che suggerisce, in sostanza, che l'amore è soltanto schiavitù, dipendenza. Meglio soli e liberi, quindi, che soggiogati da un partner-sovrano assoluto? Messa giù così parrebbe proprio una morale un po' striminzita e di ristrette vedute. Ma I tulipani di Harlem probabilmente non vuole neppure dirci tanto. 4,5/10.
Pierre e Sarah si conoscono in un momento molto particolare: lei ha appena tentato il suicidio (per amore) e l'ottimismo inguaribile di lui la fa tornare ad amare la vita. Fra i due scocca la scintilla, ma questa volta la ragazza vuole essere certa che sia per sempre: come fare?
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