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Ordine segreto del III Reich

Regia di Robert Siodmak vedi scheda film

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La recensione su Ordine segreto del III Reich

di Baliverna
8 stelle

Quando il maniaco non è un genio del male, ma un banale e viscido frequentatore di bettole.

E' interessante questo film tedesco (della Germania Federale) ambientato durante il nazismo, non solo perché è fatto bene, ma anche perché ogni tanto ci vuole. Visto infatti che sul nazismo è stato girato un diluvio di titoli da cineasti di tutto il mondo, ogni tanto è il caso di vedere come i tedeschi hanno rappresentato se stessi appena un paio di decenni prima. E poi è una pellicola del grande Robert Siodmak, che aveva fatto faville in America e che qui, tornato in patria, è sceso di appena una tacca.

Ebbene, qui non troviamo quelli che sono ormai stereotipi dei film sulla Germania hitleriana, ma un ritratto originale, tuttavia non clemente, verso quel tenebroso periodo storico.

Il delitto alla base della trama, e la sua soluzione, sono relativamente semplici. Interessanti invece sono i personaggi principali, a cominciare dall'assassino. A questo proposito, il cattivo intelligente, dotato anzi di sagacia diabolica, è stato rappresentato spesso al cinema. Nella realtà esiste però anche il tipo del gonzo, del tonto, del semplicione, che è però allo stesso tempo cattivo, e pure sadico. E qui un Mario Adorf ancora giovane (e imbiondito) interpreta molto bene questo personaggio, rendendolo inquietante proprio facendone un quasi ritardato, che usa il cervello a fatica, e che compie in modo maldestro i suoi delitti, tradendosi poi nel modo più stupido. Però uccidere e violentare gli piace e, compiuto il crimine, non ci pensa quasi più. La sua è secondo me una di quelle interpretazioni difficili, che solo ad uno sguardo superficiale può sembrare banale e monocorde.

Gli altri personaggi offrono tutti spunti interessanti, soprattutto per il loro contrastato rapporto con il regime e la loro coscienza, e il modo diverso in cui ad essa rispondono.

Per il resto, la vicenda fa vedere come in un regime totalitario la giustizia non sia più giustizia, perché è al servizio del potere e dell'immagine che esso vuole dare di sé.

E' un film dimenticato, anche perché appartiene ad una cinematografia che è stata proprio messa da parte.Tuttavia andrebbe riscoperto, anche perché uscire dal solito binario tracciato da programmatori con sempre meno fantasia non può che far bene a tutti.

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