Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Incrociando le atmosfere del giallo col dramma sentimentale venato di sottile ironia, Comencini tenta la carta dell'originalità con una storia cervellotica e frammentata in cui lo slancio dell'azione si arena ben presto nell'impasse di una schermaglia amorosa filmata in interni e nella pletora di personaggi secondari lasciati a fare da tappezzeria.
Indagando sulla morte sospetta di un'anziana signora con una ingente assicurazione sulla vita, l'ambizioso avvocato Brà si mette sulle tracce di una delle figlie minori cui andrebbe il lascito. Quello che sembrava un semplice interesse professionale però, non tarda a trasformarsi in una infatuazione che rischia di compromettere seriamente il suo lavoro e la sua reputazione. Finale beffardo.
Incrociando le atmosfere del giallo con un dramma sentimentale venato di sottile ironia, Comencini tenta la carta dell'originalità con una storia cervellotica e frammentata in cui lo slancio dell'azione si arena ben presto nell'impasse di una schermaglia amorosa filmata in interni e nella pletora di personaggi secondari lasciati a fare da tappezzeria. Se nella prima parte il doppio binario dell'indagine di un assicuratore alla Marlowe sulla tracce di un mistero da svelare ed una sospettata da svestire sembra promettere qualcosa di buono, nella seconda si finisce per affidare alle verbose interlocuzioni di due amanti in conflitto di interesse la soluzione di un enigma che sembra tanto più sfuggente quanto più a portata di mano. A rifarci gli occhi provvedono le uggiose atmosfere di una Milano raramente così romantica e le grazie di una Pitagora che si riconferma nel ruolo di trasgressiva e provinciale femme fatale. Invadenti ma indovinate le musiche del maestro Morricone e buona la chimica tra i due protagonisti, con un Philippe Leroy che alla soglia degli anta dimostra di invecchiare come si deve. Oltre al beffardo finale i goliardici sceneggiatori (tra cui l'autore del soggetto Antonio Leonviola, Suso Cecchi D'amico e Raffaele La Capria) si sono divertiti a giocare coi nomi dei personaggi; tra avvocati Polli e un ingegner Zeppegno, la curiosa notazione regionalistica dei cognomi delle parti in causa: l'indefesso efficientismo del settentrionale Brà che cede alle lusinghe interessate della meridionale e 'sinistra' signorina Mancuso. Nastro d'Argento 1970 a Paola Pitagora come Miglior Attrice Protagonista.
Per chi vuole indagare senza sapere niente di lei ...
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