Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Film sugli zombi alquanto innovativo. Avati come al solito, sa creare atmosfere inquietanti e malsane senza bisogno di effetti speciali truculenti, tipico delle produzioni americane con tante star e budget milionari.
Regista imprevedibile questo Pupi Avati, passa con incredibile disinvoltura dalle pellicole esoteriche degli esordi, a commedie bizzarre e grottesche come BORDELLA e LA MAZURKA DEL BARONE DELLA SANTA E DEL FICO FIORONE, per poi cimentarsi nel sanguinario horror tutto padano LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO e al soprannaturale ZEDER, per dirigere poi nello stesso anno il nostalgico e un po' stucchevole UNA GITA SCOLASTICA. ZEDER e' probabilmente il piu' innovativo horror sui morti viventi realizzato. Non ci sono riti vodoo come nel film di Tourner del 43', tantomeno zombies antropofagi con metafore sociali e politiche come nelle pellicole di Romero. Qui l'orrore ci viene mostrato poco, sostanzialmente solo suggerito, grazie a un'atmosfera malsana e malata che pervade l'intero film, dal prologo iniziale in Francia negli anni 50', all'odierna Bologna, per poi spostarsi verso il litorale adriatico, tra Cesenatico e Milano Marittima, dove normalmente in quegli anni venivano girati filmetti estivi diretti magari da Sergio Martino e Giorgio Capitani. Invece Avati riesce a costruire un horror torbido e ambiguo, come lo sono del resto anche i suoi personaggi, senza effetti truculenti e servendosi di una ex-colonia estiva fatiscente e in totale abbandono, pericolante e con muri scrostati, inquietante come lo potrebbe essere il castello di un horror gotico. Di morti che camminano a parte il finale se ne vede solo uno, nella memorabile scena in cui Gabriele Lavia si ritrova in un locale tetro e cupo pieno di monitor accesi, in uno di questi e' ripreso il volto di un cadavere sotterrato. A un tratto quest'ultimo spalanca gli occhi e si esibisce in una risata agghiacciante, mentre la lampada che illumina il locale si accende e si spegne a intermittenza. Qualche caduta di tono nella seconda parte, come la morte un po' da fumetto horror dell'anziano e macchiettistico robivecchi, ma tutto assolutamente perdonabile. Il finale e' stato ripreso, in maniera molto piu' sensazionalistica, da Mary Lambert nel suo CIMITERO VIVENTE del 1988, tratto dall'omonimo best-seller di Stephen King, pubblicato ben piu' di un anno dopo l'uscita della pellicola di Pupi Avati. ZEDER e' al contempo uno dei migliori horror italiani e uno dei migliori zombie-movie mai realizzati.
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