Regia di Peter Hyams vedi scheda film
Il sequel di 2001: Odissea nello spazio, scritto, prodotto, fotografato e diretto da Peter Hyams: nove anni dopo il fallimento della missione Discovery, viene inviata una nuova spedizione verso Giove, con equipaggio misto di americani e sovietici, per tentare di decifrare i misteri del monolito nero. Ma più che un sequel del capolavoro di Kubrick, 2010 costituisce una discreta trasposizione del romanzo di Arthur C. Clarke che proseguiva le vicende dei personaggi da lui creati nel 1968 (ne seguiranno altri due: 2061: Odissea tre e 3001: Odissea finale), qui immersi nel clima di tensioni politiche di metà anni Ottanta, realizzata con notevole profusione di mezzi ed abbondanza di effetti speciali (supervisionati dal mago Richard Edlund e da Henry Millar jr.). Lo spettacolo che ne scaturisce, nonostante i fiacchi ed inutili tentativi di rivelare e spiegare quello che Kubrick lasciava all'immaginazione, ha comunque una sua solidità narrativa che abbandona l'afflato mistico dell'originale per trasfigurarsi esclusivamente come un innocuo giocattolone dal ritmo incalzante e dalla messinscena sontuosa (ottime la fotografia dello stesso Hyams e la colonna sonora, inizialmente affidata a Tony Banks dei Genesis, le cui composizioni verranno poi accantonate e rimpiazzate all'ultimo momento con un nuovo score realizzato da David Shire). Arthur C. Clarke appare in un cameo, prima mentre dà da mangiare ai piccioni nel parco davanti alla Casa Bianca e poi sulla copertina di Time Magazine come presidente degli Stati Uniti (mentre Stanley Kubrick vi appare come presidente sovietico).
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