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Un tranquillo weekend di paura

Regia di John Boorman vedi scheda film

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La recensione su Un tranquillo weekend di paura

di maso
10 stelle

 

Il talento smisurato di John Boorman travolge lo stomaco e le pupille degli spettatori come le rapide di un torrente in questo classico inimitabile ancora oggi potentissimo. 

La scampagnata in canoa dei quattro protagonisti splendidamente caratterizzati da Cox, Reynolds, Beatty e Voight si trasforma ben presto in una odissea tragica ed è significativa quanto memorabile la sequenza inroduttiva in cui Drew, il più sensibile e vulnerabile del quartetto si esibisce in un duello chitarra benjo con il ragazzo dai lineamenti mongoloidi quasi a sottolineare come la musica sia l'unico anello di congiunzione possibile fra borghesi di città e bifolchi di montagna accomunati solamente dalla bandiera a stelle e strisce ma a tutti gli effetti divisi da un background

culturale agli antipodi, proprio i caratteri somatici del suonatore di benjo ci fanno intuire che da quelle parti l'accoppiamento avvenga spesso fra consanguigni in maniera anche brutale e il tutto viene reso molto esplicitamente nella scena più disturbante in assoluto dell'intero film, quella in cui Ed e Bobby vengono aggrediti da due pervertiti montanari armati di fucile che sembrano essere esperti di accoppiamenti con scrofe e caprette, tanto è vero che a Bobby grassottello com'è viene comandato di produrre il verso di un maiale mentre viene violentato.

La sequenza sopra descritta fece scalpore ma la sua prosecuzione è altrettanto potente e disturbante, la morte di Bill McKinney, un grandissimo caratterista del cinema americano, è così ben costruita che sembra davvero spirare davanti ai nostri occhi in una lenta agonia ed il successivo conciliabolo fra i quattro protagonisti sul come proseguire la loro discesa a valle è determinante per chiarire le sfaccettature di un personaggio solo che è l'americano medio diviso in quattro personalità:

Drew/Cox è il più fragile caratterialmente e vorrebbe spifferare tutto alla polizia pur di salvare il salvabile ma sarà proprio lui a subire il destino più tragico, Lewis/Reynolds è il macho della brigata convinto di risolvere il tutto con una freccia ben scoccata o con colpo di spugna ma la forza incontrollabile della natura gli riserverà un brutto scherzo in un'altra scena per stomaci forti in cui un femore di capra spunta dai suoi pantaloni creando scompensi tra il pubblico, Bobby/Beatty è il classico americano in gita, deriso, sbeffeggiato e "inchiappettato" che però non cerca vendetta ne tanto meno pubblicità ma si accontenta di portare a casa la pellaccia, in definitiva il vero protagonista è un grandissimo John Voight nel ruolo del timido Ed obbligato a vincere le proprie

paure, è proprio lui a subire il disvelamento del titolo originale, inteso come scoperta di un lato del proprio carattere che non si conosce attraverso una esperienza psicofisica coatta, sarà costretto in prima persona a condurre la brigata a destinazione non prima di aver affrontato il secondo inquietante montanaro riuscito a scappare e quindi testimone dell'omicidio, la sequenza in

questione è un gioello di inimitabile purezza in cui suspense, luce, regia e recitazione si fondono in un unico quadro che illustra una volta ancora come John Boorman sia un maestro da venerare e difendere a spada tratta: osservate con attenzione il trucco visivo semplicemente geniale con cui risolve lo scontro fra Ed e il suo avversario. 

"Deliverance" è un film assolutamente memorabile dalla prima all'ultima inquadratura ma la sequenza che secondo me è il suo fiore all'occhiello è la spettacolare discesa delle rapide in cui la forza della natura sembra schizzare fuori dallo schermo

grazie come sempre alla classe purissima di quel fenomeno di altri tempi che è John Boorman.

 

 John Voight, Burt Reynolds, Ned Beatty e Ronny Cox a quaranta anni dalla realizzazione 

 

 

John Boorman

Fu candidato all'Oscar per questa sua fatica e lo strameritava.

Jon Voight

Bravissimo! E' riuscito a conferire al suo personaggio

l'umanità necessaria di un pesce fuor d'acqua.

Burt Reynolds

Grande prova, è l'unico che non perde il cotrollo anche nei momenti più disperati.

Ronny Cox

Bravo: è riuscito a esprimere molto bene lo sconvolgimento

psicologico.

Ned Beatty

Perfetto nel ruolo dell'americano in gita, un pò fantozziano.

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