Regia di John Boorman vedi scheda film
E' un film molto attuale come messaggio, perché oggi più che mai si fanno sport estremi nella natura, alla ricerca di emozioni forti, spesso in condizioni troppo rischiose e senza il senso del pericolo. Dei protagonisti uno è un gradasso (che forse è quello che la paga più cara), e gli altri sono degli allocchi che lo seguono senza rendersi conto di ciò a cui vanno incontro. Comunque ogni personaggio è ben definito con le sue sfumature e le pieghe del suo carattere. Più che da vero amore per la natura, i tre sono mossi dalla ricerca di emozioni forti, dal desiderio di provare a se stessi di valere qualcosa, e dalla noia della loro vita in città. Di attenuanti ce ne hanno poche: non conoscono il fiume e vengono messi in guardia da quei loschi e sinistri montanari. Insomma, è quasi una tragedia annunciata. E' un film con momenti crudi, ma non eccessivi, come pure non si eccede col sangue e il truculento, benché ce ne sarebbe stata l'occasione. E questo va tutto ad onore di Boorman. La discesa sul fiume è anche una discesa verso l'orrore e la tragedia. Il primo omicidio era in fondo non necessario, ma lo compiono proprio per quella crudeltà che si annida da qualche parte anche nel loro cuore. Il secondo è invece un tragico errore, generato dalla presunzione di aver capito tutto subito. Davvero notevole il finale, dove lo sceriffo intuisce che i tre nascondono qualcosa, ma sostanzialmente non ha voglia di indagare, quasi preferisce non sapere per lasciare in pace la città sommersa. Comunque è un finale non conciliante, poiché è escluso che i tre trovino la pace con quei morti e quei segreti sulla coscienza. Suggestive e sottilmente angoscianti le immagini delle acque che via via sommergono case e strade. Burt Reynolds dà prova di essere un bravo attore, ma avrebbe avuto tutto il tempo di buttarsi via in filmetti si basso livello. Comunque è un film che resta impresso.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta