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Piccolo Buddha

Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film

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La recensione su Piccolo Buddha

di lamettrie
8 stelle

Un bel film, molto serio dal punta di vista morale, che forse ha questo pregio, più degli altri pregi: quello di mostrare pregi e difetti di una ricerca spirituale di grandissima dignità, ma che nel contempo non può convivere con aspetti superstiziosi come quelli che pure ci sono e lo inquinano.

Il film è veritiero, perché mostra i monaci per quello che sono, senza cedimenti commerciali. La storia ha una sua sensatezza, ma solo per il fatto che è seria: la ricerca della serenità interiore è resa in modo innegabilmente encomiabile. La semplicità dei poveri monaci, l’impermanenza del mondo, come quella del mandala e delle ceneri, e soprattutto la lotta di Siddartha contro le tentazioni di Maya (orgoglio…) sono resi in modo eccellente. Così come non fa una piega la riproduzione del tentativo del padre, re, di tenere il figlio all’oscuro del dolore che il mondo può mostrare e fra vivere: un caso reale e sbalorditivo, nella sua unicità.

I difetti vengono mostrati: la creduloneria riguardo alla reincarnazione del maestro, l’importanza dell’astrologia.

Il film è ottimo nella fotografia e colonna sonora, perfetto per scenografia e costumi. Discutibile la contrapposizione tra il monocromo, blu, triste e freddo, dell’Occidente americano, e il suo ovattamento dei rumori,  e invece i colori vivi dell’Oriente e i suoi suoni pieni: il messaggio comunque passa correttamente, l’attesa di una vita buona palpita altrove, non qua nel nostro Occidente. Allora (si parla dei primi anni ’90) scegliere un tema così rappresentava un azzardo: in quegli anni la vittoria del capitalismo sul comunismo era freschissima. Va dato atto dell’indicazione, allora coraggiosa, di un modello alternativo al nostro, in cui c’era (e c’è) il vuoto di proposte serie dal punto di vista morale, almeno fra quelle imposte dalla classe dirigente.

L’amoralità occidentale, da Bertolucci spesso denunciata, trova qui un contraltare reale in una ricerca umana incomparabilmente più profonda, come quella indiana, nonostante ciò sia inversamente proporzionale alla ricchezza. E questo deve indurre delle riflessioni.

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