Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
"Prima della rivoluzione" è un film valido, che descrive, prima ancora che una posizione di stallo politico, una situazione di stallo dell'anima. Come dice il protagonista in sottofinale «Credevo di vivere gli anni della rivoluzione e invece vivevo gli anni prima della rivoluzione, perché è sempre prima della rivoluzione quando si è come me». La storia, piuttosto tipica nella tradizione letteraria, teatrale ed infine cinematografica classica, del giovane rivoluzionario che finisce per accettare una sistemazione borghese imposta dalle convenzioni sociali, è ormai paradigmatica, ma Bertolucci, ad appena ventiquattro anni, riesce a trattarla in maniera personale, con un proprio stile, devoto sia al cinema francese di Renoir che a quello della nouvelle vague (la macchina da presa in movimento, il jazz in sottofondo ecc.), senza dimenticare le inevitabili influenze pasoliniane. E come dice un personaggio del film, il cinefilo interpretato dallo sceneggiatore Gianni Amico, «il cinema è un fatto di stile» e «lo stile è un fatto morale». Si tratta, insomma, di un Bertolucci anni luce "prima" (e meglio) degli ultimi e noiosi film come "Il tè nel deserto" (1990) e "Io ballo da sola" (1995), prove estenuate - e, per lo spettatore, estenuanti - di un regista che non ha più molto da dire.
Di eccezionale espressività e bellezza Adriana Asti nella parte della zia - amante del protagonista: una delle prove migliori di una delle nostre migliori attrici degli ultimi quarant'anni.
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