Regia di Jeremiah Chechik vedi scheda film
Un film simpaticissimo a partire dai titoli di testa, con due mani che impiastricciano una tela sulla musica di I’m gonna be dei Proclaimers. Benny e Joon (vezzeggiativi di due nomi importanti, Benjamin e Juniper) sono fratello e sorella: dopo la morte dei genitori in un incidente lei ha avuto problemi di salute mentale e lui se ne è preso cura in modo troppo opprimente, fino a rinunciare a crearsi una propria famiglia. Poi arriva un altro tipo fuori di testa che trova un’intesa con Joon, mentre Benny comincia a considerare la cameriera che gli fa gli occhi dolci. La trama da commedia non esclude un retrogusto drammatico, che rimane in sottofondo ma si fa sentire: ci sono quattro personaggi che si vogliono bene (e a cui si vuole bene) ma rischiano di farsi del male, chiudendosi in un inferno di scelte obbligate e ricatti sentimentali, e che solo alla fine trovano una via d’uscita. Il film si inserisce dignitosamente nella serie “pazzoidi innocui nella provincia americana”, a cui appartengono titoli quali Buon compleanno, Mr. Grape e Pomodori verdi fritti (che lo ricordano per la presenza rispettivamente di Depp e della Masterson): magari meritava un regista migliore, che ci mettesse un po’ meno cinefilia (le citazioni chapliniane e keatoniane sono pretenziose). La simpatia non basta a fare un bel film, ma questo lo si guarda davvero volentieri.
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