Regia di Bob J. Ross vedi scheda film
Una bella modella (e cameriera) alterna un apporto sadico-intellettual-sofisticat-erotico con uno sconosciuto pornomane a quello altrettanto malato e porcellone con un portiere d'albergo.
Al grido di "Questo lo so fare anch'io!", il cinema di genere italiano - specie negli anni Ottanta, per affrontare la sua contemporanea crisi - ha sempre cercato di scimmiottare i blockbuster americani, con esiti raramente dignitosi. Questo Io intimo di Bob J. Ross, al secolo Beppe Cino, già insospettabile assistente di Rossellini e Steno, prende spunto dalla moda del momento del film erotico-patinato con risvolti sadico-morbosi, presumibilmente guardando a(gli incassi de)gli ultimi due lavori diretti da Adrian Lyne: 9 settimane e mezzo (1986) e Attrazione fatale (1987). Ma il fallimento è inevitabile quando in una pellicola si sentono battute come "Sai cos'è l'inferno, bella bambina?" - mentre il tizio che parla sta palpeggiando avidamente le tette di Eva Grimaldi - "L'inferno è un luogo chiuso, chiuso e coperto... Così coperto e oscuro come il buco del tuo culo". E questa è solo una perla di alta retorica fra le tante sciorinate dai goffi e insulsi dialoghi della sceneggiatura licenziata dallo stesso Ross/Cino. La Grimaldi veniva dalle sue prime particine, inclusa quella in Intervista (1987) di Fellini; qui fa tutto ciò che sa fare, in quanto ha poco da parlare e molto (sempre) da svestirsi. Negli altri ruoli centrali: Tomas Arana, Leonardo Treviglio, Valentine Demy, Gabriele Gori. Un simile sfacelo, un passo tanto convinto e deciso a sprofondare nel trash, non fermerà l'autore: Cino fra la metà degli anni Ottanta e dei Novanta, nonostante tutto, lavorava alla media di più di un film all'anno. 1,5/10.
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