Regia di Fritz Lang vedi scheda film
Poco conosciuto, rimane senza dubbio uno dei migliori Lang degli anni '50, e in termini di tensione, coerenza narrativa e galleria dei personaggi, ha poco da invidiare a L'angelo del male di Jean Renoir, anch'esso tratto dal romanzo naturalista La bête humaine di E. Zola. Lang fa propria la materia del romanzo per sottolineare le tematiche a lui care: il male che si annida in ogni motore del comportamento umano, la labilità del confine tra innocenza e colpevolezza, il potere distruttivo del denaro. Tra le cose migliori, la sequenza dell'omicidio in treno e alcune scene girate allo scalo ferroviario.
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