Regia di Fritz Lang vedi scheda film
Un anno dopo il capolavoro "Il grande caldo", Fritz Lang dirige nuovamente la coppia Ford/Grahame in un altro noir, tratto stavolta da un romanzo di Zola e adattato alla provincia americana con i relativi riferimenti specifici: lui è un reduce della guerra di Corea, il che ne farebbe un potenziale killer, lei una delle tante donne cresciute in povertà e che all’occorrenza ha imparato a fare buon uso del suo fascino per sbarcare il lunario e per nutrire eventuali ambizioni. Ma al di là del solito triangolo passionale, la materia offre al moralista Lang l' opportunità di fare alcune riflessioni non peregrine sulle colpe che spesso gli uomini condividono con la loro gelosia e ipocrisia (è Crawford a spingere la moglie tra le braccia dell'amante, salvo poi rinfacciarle il tradimento) nel creare rapporti di coppia malsani e basati sull'opportunismo, approfittando del bisogno che (a quei tempi molto più che oggi) alcune donne avevano di sposarsi per garantirsi un futuro. Non un capolavoro, forse, ma un’ennesima conferma da uno dei più grandi registi del noir psicologico.
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