Regia di Michael Mann vedi scheda film
A volte idee originali o, comunque, potenzialmente vincenti, danno origine a film perdenti. La Fortezza è forse uno dei titoli meno conosciuti della filmografia di Michael Mann. Non sono certo che sia mai uscito sul mercato home video, ma non la ritengo una gran perdita. Era interessante l'idea di ambientare un horror durante il periodo bellico: una commistione di generi apparentemente slegati tra di loro, soprattutto in mano ad un regista come Mann, che aveva già dimostrato solidità registica due anni prima con Strade Violente. Anche l'ambientazione in questa antica fortezza dei Carpazi, spersa tra i boschi e quasi in un contesto "fuori dal tempo", fuori dalla realtà in cui il film è ambientato, poteva incrementare l'atmosfera cupa della vicenda. Il vero problema del film è la mancanza di tensione, per via di una sceneggiatura verbosa e frammentaria. La caccia ai soldati, da parte dell'entità imprigionata nella fortezza, si perde in un mare di dialoghi, che rallentano fin troppo la narrazione. Si vedono giusto un paio di attacchi da parte del "mostro", ma non fanno paura e soprattutto, il film stesso perde ulteriormente credibilità proprio quando entra in scena proprio l'entità: un pupazzone gommoso con gli occhi rossi, che sembra tutto fuorchè "vivo". Anche il cast presenta personaggi ben poco interessanti: Ian McKellen è un bell'attore, ma il personaggio del professore in carrozzella ha meno potenzialità del previsto; Alberta Watson, nel ruolo della figlia, è anonima e anche parzialmete ininfluente per la trama. La ciliegina sulla torta, però, è Scott Glenn con gli occhi fotonici che si accendono: praticamente una sfinge. Non sappiamo chi sia questo fantomatico guardiano dell'entità malefica, ne da dove provenga, sempre legato ad una espressione del volto seriosa e drammatica (ed il personaggio della Watson se ne innamora quasi subito!). Un'idea alternativa "vincente" per la trama sarebbe stata di seguire, con le dovute proporzioni del caso, le orme di Alien: ne sarebbe uscito un thriller-fanta-horror claustrofobico (senza dover mostrare la creatura a tutti i costi) ambientato, anzichè sull'astronave Nostromo, all'interno della minacciosa fortezza. Oppure caratterizzare al meglio i due unici personaggi potenzialmente interessanti: l'ufficiale fanatico di Gabriel Byrne opposto a quello disincantato di Jurgen Prochnow. Ne sarebbe uscito un bel duello di caratteri denso e drammatico. Del resto Mann ha sempre dimostrato di saper raccontare storie di uomini di forte personalità che si incontrano/scontrano (basti pensare ai duetti Pacino-De Niro di Heat, Pacino-Crowe di Insider, oppure Cruise-Foxx di Collateral). Oltre alla già citata Watson, sono presenti anche altri personaggi nient'affatto sfruttati, come, per esempio, il custode della fortezza, che sparisce quasi subito, oppure il prete del villaggio (Robert Prosky), anch'egli totalmente ininfluente ai fini pratici della storia. Un'occasione mancata; un passo falso per Mann, con un film che non decolla anche a causa di una sceneggiatura che non prende la giusta direzione. Da vedere giusto per conoscere tutta la filmografia del cineasta.
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