Regia di Mario Monicelli vedi scheda film
Si perdona tutto, in nome di una qualche forma di "licenza poetica", in questo film d'ambientazione medieval- grottesca, a partire dall' abuso di un degrado sociale esaltato a scopo satirico, con anacronismi tipo l'espressione: "te vegna un càncher !", nonché il linguaggio usato: un artificio di voluta invenzione che, come in "Brancaleone", utilizza moderne inflessioni del dialetto mediano (umbro- laziale) e gallo- italico (curioso mix di piemontese e lombardo- veneto), unito ad una lingua tardo- latina...
Tognazzi, Arena, e Sordi si equivalgono alla perfezione, azzeccatissimi anche tutti gli altri personaggi: la storia dunque, scorre senza tempi morti e diverte, con un pizzico di malinconia nel finale.
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