Regia di Alan J. Pakula vedi scheda film
Pakula è stato un esponente ragguardevole del nuovo cinema americano targato anni'70, per poi andare in calando negli ultimi anni prima della scomparsa. Un'attrice sotto le sue mani era una dichiarata promozione verso l'Oscar, e questo è successo, anche se non sempre vinto, con Liza Minnelli, Jane Fonda ,Meryl Streep e Julia Roberts, senza dimenticare il suo ruolo di produttore che fiancheggiò molto da vicino la nuova idea di cinema che serpeggiava già a metà anni '60; da mettere nel bagaglio la sua collaborazione con Robert Mulligan che ci porta titoli più che interessanti, prima di passare direttamente alla regia. Qui abbiamo un personaggio a tutto tondo femminile, che colpisce bene ed è in linea con il nuovo pensiero femminino americano che dopo questo film sarà sdoganato alla grande. Una storia composita fra azione, giallo, e sentimento in una miscellania perfetta, caso più unico che raro. Sceneggiatura e regia a dire la verità non puntano molto sulla sorpresa del giallo, ma si buttano molto sul personaggio femminile rendendolo molto bene e qualificandolo in maniera geniale, aiutati , a dire al verità, da una non sempre disponibile Fonda, qui al suo meglio. Una aspirante attrice con tutte le sue contraddizioni che recita il personaggio della sua vita, sfruttandone, pericolosamente gli eventi, e la figura che ne viene fuori è perfettamente coerente con la donna che proprio in quegli ani stava venendo fuori. L'elemento della paranoia metropolitana è la base del film, che sarà anche il primo dei capitoli del regista di una terzina di film che si rifaranno a questo argomento. La Fonda è la stella lucente del film, Sutherland è messo nell'angolo un po' troppo, si intravede riconoscibile anche il volto di Stallone.
Un donna che non si dimentica
Una regia molto interessante
diciamo fra i suoi migliori ruoli
E' troppo in disparte
riconascibile e perfetto
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