Regia di Alan J. Pakula vedi scheda film
Uno dei titoli che hanno riscritto il concetto di thriller a cavallo tra i '60 e i '70, la prima affermazione internazionale di un regista tra i più abili nel genere, Alan J. Pakula, e un'attenzione elevata nel tratteggiare uno dei più bei personaggi femminili della decade. "Una squillo per l'ispettore Klute", che ebbe un seguito abbastanza ininfluente qualche anno dopo, oltre ad essere un giallo di buona suspence, mette a confronto due caratteri molto diversi tra loro come il detective Klute, e la ragazza squillo Bree, taciturno, solido però disponibile a nuove aperture l'uomo, sfaccettata, imprevedibile e umanissima la donna.Il film narra , sì, l'indagine dell'uomo della legge circa un maniaco che punterebbe a uccidere la ragazza, più a fondo esamina , anche prima di "Ultimo tango a Parigi", la difficoltà per maschio e femmina di coesistere, della troppa vita privata messa in mezzo a due esseri umani per trovare un equilibrio sentimentale e psicologico. Pakula, nel suo lungometraggio più intimista e meno ufficialmente sociopolitico, si sofferma sull'inesorabilità del cambiamento della società, e dei dubbi posti come cunei dall'esplosione della psicanalisi e degli studi sociologici. Da non perdere.
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