Regia di John Wayne vedi scheda film
Tra i primi divi a passare dall'altra parte della macchina da presa,John Wayne girò due soli film come regista,questo e "I berretti verdi",che gli attirò forti antipatie in anni peraltro zeppi di dibattiti e discussioni accese,con una presa di posizione tendente al reazionario,che lo rese sia icona a stelle e strisce sempre maggiormente riconoscibile,sia personaggio criticabile e talmente pregnante di retorica,per i detrattori,da stimolarli a smontarne il mito. Wayne,benchè repubblicano falco,è stato una leggenda per il cinema americano,questo è assodato:si può discutere della parte finale della sua carriera,con film spesso non eccelsi(ma il guizzo finale de "Il pistolero" ripaga di tante scelte sbagliate),ma da americano al 105 per cento,per quanto avverso al pericolo rosso,a bersi come accettabili le campagne elettorali di Goldwater,e altri filoreazionari dell'establishment politico USA,aveva anche una fiducia per certi versi ingenua,ma anche robusta,nell'America come terra di nuove occasioni per l'umanità.Ne è prova il dialogo sulla repubblica in quest'opera,ad esempio,ed il fatto che abbia scelto di realizzare il "suo" film da regista su una sconfitta storica degli Stati Uniti che divenne poi un simbolo della libertà e della forza di volontà.Kolossal imbastito sull'onda dell'entusiasmo,ripagato con un insuccesso parziale nelle sale,ma che tuttavia si è guadagnato uno status di cult-movie o comunque di film "da vedere","La battaglia di Alamo" ha respiro epico,una durata abbondante ma non pesantemente elefantiaca,squarci d'orizzonte di chi è stato allevato come attore da John Ford,e certe virili impennate di cordialità virile che viene da Howard Hawks.Retorica il film ne possiede,e siamo d'accordo,ma è difficile non essere toccati dalla scena in cui Richard Widmarn,nei panni del colonnello Jim Bowie sceglie di restare al fianco dell'alto ufficiale con cui dall'inizio dell'assedio di Fort Alamo ha avuto screzi e diffidenze,in nome di una solidarietà che va oltre la simpatia personale,e tutto il battaglione scende da cavallo per schierarsi con i due uomini.La commozione maschia,senza lacrime,ma profonda,che permea questa sequenza è difficile da dimenticare,e impreziosisce un filmone spettacolare ,ben fotografato,con qualche prolissità qua e là,ma che dimostra,una volta di più,sia le doti da uomo di spettacolo di Wayne,che un senso della cinematografia tutta americana che sa conquistare cuore e sguardo dello spettatore.
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