Regia di Richard Attenborough vedi scheda film
Tributo al grande Chaplin, è questo un film attendibile (basato sull'autobiografia La mia vita e sulla bio Chaplin: la sua vita e l'arte, scritta da David Robinson) e che non si lascia prendere la mano dai tanti trionfi e meriti del protagonista, riuscendo così a non sconfinare nell'agiografico. Anzi, sono moderatamente dettagliate anche le parti sui processi: una figlia illegittima che dovette riconoscere nonostante le analisi del sangue dimostrassero che Chaplin non ne era il padre; le accuse di comunismo e, particolare non irrilevante, quelle di pedofilia per essersi sposato a 54 anni con Oona, appena diciottenne (e probabilmente per avere frequentato altre giovani ragazze in precedenza). Insomma, Chaplin uomo prima ancora che artista, con le luci - tantissime - sfolgoranti dei suoi successi e pure le ombre, comunque non poche, che caratterizzarono una carriera esplosa in maniera incontenibile negli anni '10 del novecento e praticamente terminata con l'avvento del sonoro (dopodichè girerà solamente cinque film, fra i quali il più celebre è senz'altro Il grande dittatore). Downey jr. è bravo nell'interpretare un ruolo capace di incutere tanto rispetto e relativa soggezione e ad ogni modo non facile: maschera sul set, uomo di carattere nella vita reale. Accanto a lui un cast di ottimi nomi; c'è anche la figlia Geraldine Chaplin, nel ruolo - curiosamente - della madre di Charlie. E poi Dan Aykroyd, Anthony Hopkins, Milla Jovovich, James Woods, Marisa Tomei, Kevin Kline, Penelope Ann Miller: i nomi non mancano. Buona aderenza alla realtà ed un sano interesse nella descrizione degli accadimenti negativi come di quelli positivi della storia di un grande artista, senza calcare la mano su eventuali gossip, leggende o quant'altro possa rovinare la credibilità di un lavoro simile, incentrato su un personaggio di fama planetaria: Charlot può dirsi tranquillamente riuscito. 6,5/10.
Vita e carriera di Charlie Chaplin, attore e regista inglese che trovò fama (e amori) negli Usa, da cui venne praticamente espulso durante il maccartismo, accusato di essere comunista. Gli ultimi anni in Svizzera, con la giovane moglie Oona ed i tanti figli, quindi la leggenda.
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