Regia di Spike Lee vedi scheda film
"Malcolm X" è una monumentale biografia filmata del famoso attivista afroamericano, assassinato a New York nel 1965. E non mi sembra affatto il miglior film di Spike Lee, il quale, al contrario, mi sembra molto più a suo agio nel raccontare i bassifondi delle odierne metropoli statunitensi (e penso a "Fa' la cosa giusta" e a "Jungle Fever"). Qui siamo nel campo di un cinema di vecchissimo stampo, che tuttavia sa evitare l'agiografia, anche grazie al fatto che lo stesso Malcolm nella propria autobiografia non aveva taciuto errori e malefatte del suo passato. Vi sono molti dei passaggi fondamentali della vita del leader nero: dall'infanzia funestata dagli assalti del Ku Klux Klan che gli uccide il padre, alle aspirazioni subito frustrate di poter studiare per diventare avvocato, all'adolescenza delinquenziale, alla gioventù dedicata alla gang delle scommesse clandestine, fino alla carcerazione, durante la quale incontra il verbo di Elijah Muhammad e poi il matrimonio, la rottura con il leader della Nation Of Islam e l'omicidio. Ma la scena che mi è rimasta più impressa è quella in cui una ragazza bianca, a Boston, domanda a Malcolm cosa possa fare una persona come lei, bianca ma senza pregiudizi razziali, per la causa dei neri. "Niente" risponde Malcolm sprezzante.
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