Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Passabile, ma non di più. Erano anni quelli (dopo il 68) in cui bisognava per forza destrutturare il racconto e scardinare il modo tradizionale (e comprensibile) di raccontare una vicenda. Il risultato è che lo spettatore deve ricostruire a fatica la storia realmente accaduta, cucendo assieme i brandelli che il film presenta. Non mancano scene enigmatiche e soprattutto metafore di cui solo il regista sapeva il significato (il marinaio, l'erba sulle rotaie...). No, no, Bertolucci non è Bunuel, che si divertiva a disseminare i film di false metafore e falsi simbolismi. Qui si è voluto fare veri simbolismi, ma sono troppo cervellotici e astrusi per capirli. Attori e regista ci sanno fare, ma per il voler a tutti i costi rompere con la tradizione, finiscono per fare un film non sempre comprensibile, un po' pretenzioso, e a tratti pesantuccio. Con un montaggio come si deve e messi da parte i misami di ribellione sessantottina alla forma tradizionale, poteva essere un buon film, perchè l'episodio che racconta è interessante. L'ho visto al cinema nell'ambito di una rassegna su Alida Valli, in una copia così buona che sembrava girato ieri.
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