Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Cacciatore bianco, cuore nero è il peggior film di Clint Eastwood degli anni '90 al botteghino. Lo considero un'opera audace e sperimentale che, anche se non ha ottenuto grande successo commerciale, mette in risalto il lato ossessivo della personalità del regista John Wilson (basato sulla vita reale di John Huston). Eastwood offre una performance accurata nei confronti del materiale originale e dei protagonisti coinvolti nella storia, per prepararsi al meglio al ruolo del protagonista ha richiesto la consulenza di Anjelica Huston (figlia di John Huston) e di Peter Viertel, lo sceneggiatore originale del film che collaborò alla sceneggiatura di La regina d'Africa (nel 1953 ha descritto la sua esperienza nel romanzo Cacciatore bianco, cuore nero). Wilson nel film ha una tosse cronica e una salute cagionevole, parallela alla situazione reale di John Huston e del suo enfisema causato dal fumo e dal bere eccessivi.
Cacciatore bianco, cuore nero rappresenta un personaggio che segue i suoi desideri personali, esplora la natura umana complessa e le motivazioni individuali che possono guidare le azioni delle persone e le conseguenze negative che esse possono comportare. Nel film, la decisione di Wilson di voler sparare a un elefante può riflettere la sua volontà di mettersi alla prova, di dimostrare il proprio coraggio, potrebbe essere un modo per lui di cercare un senso di realizzazione personale o di soddisfare la sua sete di avventura. È possibile che la scelta di voler cacciare un elefante sia una rappresentazione simbolica di qualcos'altro o di un conflitto interiore del personaggio stesso. O semplicemente Wilson è un eroe immaturo che abbraccia la sua impulsività e la sua ribellione come una forma di libertà, un eterno adolescente ribelle, egoista e irresponsabile che segue i propri istinti senza preoccuparsi delle conseguenze.
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