Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
L'invasione degli ultracorpi (Don Siegel, 1956) viene portato nuovamente sul grande schermo da Abel Ferrara, regista attratto dallo splatter più che dall'horror, dai mostri e dalle oscenità più che dalla tensione e dalla (costruzione della) paura: inevitabilmente il risultato, per quanto a suo modo dignitoso, non raggiunge il livello dell'opera precedente. Fra l'altro nel frattempo (1978) ci aveva pensato anche Philip Kaufman a girare un remake, sempre tratto dalla storia scritta da Jack Finney, intitolandolo questa volta Terrore dallo spazio profondo. Ciò che soprattutto cambia drasticamente è il sottotesto critico del lavoro, che se in Siegel riguardava lo spauracchio rosso (eravamo d'altronde in pieno maccartismo), per Ferrara più genericamente va a toccare - pur blandamente - tematiche antimilitariste ed ecologiste (all'origine della creazione e propagazione dei mostri c'è un incontrollato utilizzo di sostanze chimiche in una base militare). Nel cast nomi discreti come quelli di Forest Whitaker, R(onald) Lee Ermey (che purtroppo per lui rimarrà per tutta la vita 'il sergente Hartman'), Meg Tilly e Terry Kinney (L'ultimo dei Mohicani, Il socio), ma nessuna star di sicuro effetto; sceneggiatura a più mani: quelle di Stuart Gordon, Denis Paoli (entrambi autori di numerosi horror, il primo anche regista) e dell'immancabile Nicholas St. John. Effetti speciali piuttosto curati, ma tutto viene screditato quando nel finale vediamo il piccolo Andy precipitare da un elicottero con un effetto visivo da tv regionale. 5/10.
In una base militare Usa si trasferisce la famiglia di un biologo, intento in una ricerca. Strani avvenimenti cominciano a succedere: presto quasi tutte le persone nella base saranno risucchiate e possedute da misteriose entità vegetali.
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