Regia di Jerry Calà vedi scheda film
Incredibile a dirsi, mai avrei scommesso che un giorno avrei speso parole positive per un film di Jerry Calà. Fra l'altro qui all'esordio in regia (ultradidascalico e non molto fantasioso), ma considerando la media dei suoi prodotti, la differenza non si sentirebbe nemmeno se alla regia ci fosse un cieco sordomuto. Le parole positive, sia chiaro, saranno poche e molto limitate. Ma certo è che questo film si rivela molto meglio del probabile sfacelo atteso. Perchè la storia si abbandona fin dalla prima scena al demenziale senza freni, al metacinematografico (un continuo citazionismo, quando forzato e quando meno), alla massima sincerità insomma, ricalcando il modello ZAZ (Zucker Abraham Zucker), quello di Hot shots! e dell'Aereo più pazzo del mondo, per intenderci. In ciò Calà trova la sua giusta dimensione: ridicolo come attore, rivela il ridicolo del film da subito ridendone lui per primo e monta una storia grottesca e decerebrata fomentando convulsamente il delirio scena dopo scena. La logica, ovviamente, si perde ben presto, ma rimangono una serie di scenette più o meno riuscite che, prima o poi, almeno per le leggi della statistica fanno ridere. Spesso, c'è da dire, la 'demenza intelligente' (modello ZAZ) non viene raggiunta, ma se l'obiettivo è farsi almeno quattro risate, Chicken Park non può mancarlo.
Vladimiro porta il suo pollo da combattimento a Santo Domingo; qui però glielo rubano. Lo ritrova a Chicken Park, la tenuta di uno scienziato pazzo, tale mr. Eggs, un nano che sperimenta il gigantismo su oggetti e animali. Vladimiro sgomina il folle piano di Eggs, ritrova il pollo e torna a casa insieme a una bella ragazza.
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