Regia di Enzo Provenzale vedi scheda film
Sicilia. Un picciotto viene mandato dalla mafia a uccidere un marchese. Ma il giovane risparmia l'uomo e, innamorato di una delle sue figlie, scappa con quest'ultima. Il loro amore, inseguiti dai sicari infuriati per il mancato omicidio, è destinato a rovinare malamente.
Opera prima e unica da regista per Enzo Provenzale, già assistente di Pietro Germi in Gioventù perduta (1948) e In nome della legge (1949) e maggiormente noto nel cinema per aver rivestito ruoli di produzione (anche ne Il gattopardo, Le mani sulla città, Ultimo tango a Parigi). A dire il vero il cineasta messinese se la cava sufficientemente bene dietro la macchina da presa e ha pure l'opportunità di sfruttare una coppia di protagonisti di serie A come quella formata da Renato Salvatori e Claudia Cardinale - visti insieme sullo schermo pochi mesi prima ne I soliti ignoti di Monicelli - nonchè di sfoggiare la bella fotografia in bianco e nero a opera di Erico Menczer; la trama di Vento del sud, certo, non offre ampie boccate di originalità e neppure approfondisce un discorso critico o di denuncia nei confronti della malavita organizzata in Sicilia, ma va riconosciuta la buona tenuta narrativa e la fattura esteticamente apprezzabile dell'opera. La sceneggiatura porta un poker di firme: Provenzale, Armando Crispino, Elio Petri e Giuseppe Mangione, partendo da un soggetto degli ultimi due; fra gli altri elementi di rilievo nel cast: Annibale Ninchi, Rossella Falk, Franco Volpi, Aldo Bufi Landi (accreditato come Aldo Bufilandi), Laura Adani e Ivo Garrani. Al di là dei limiti citati della pellicola, ai quali va sommato un finale forse eccessivamente sbrigativo, sarebbe stato interessante vedere un secondo tentativo registico di Provenzale, che invece per il suo successivo impegno tornerà alla produzione e alla collaborazione alla sceneggiatura: e sarà per Salvatore Giuliano, di Francesco Rosi (1962). 3,5/10.
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