Regia di Georges Franju vedi scheda film
E' un film crudo e crudele, come almeno due dei personaggi che vi compaiono. La sua crudezza nasce non dalle immagini, ma dalle situazioni e dalle sensazioni che esse comunicano. Non era molto diverso "Occhi senza volto", altro film dello stesso Franju che ho visto. Qui siamo in presenza di una storia quasi paradossale, tanto è cattiva e disperata. Anzi, pochi altri film sono disperati come questo. Quando il protagonista ruba nella casa paterna e viene sorpreso dal padre, e questi afferra il telefono, a tutto si pensa tranne al fatto che stia chiamando niente meno che il manicomio. Invece proprio lì lo fa internare, senza che il ragazzo abbia il minimo problema di equilibrio mentale, ma piuttosto un'infanzia difficile alle spalle, della quale l'uomo stesso è responsabile. Come già accennavo, quest'ultimo e il direttore del manicomio sono due personaggi che proprio mettono i brividi. Il primo è di una crudeltà e una spietatezza uniche, sia in famiglia che nella sua professione di magistrato; il secondo, oltre che cinico e insensibile, non capisce assolutamente niente della psicologia dei "malati", e interpreta ogni quisquiglia come indizio di malattia mentale. Quel che è peggio, i suoi peggiori atti di crudeltà li compie con dolcezza e ammantandoli delle più nobili motivazioni, a cominciare dalla pedanteria con la quale si rifiuta di chiamare l'ospedale manicomio. I suoi dialoghi con il protagonista mettono il latte alle ginocchia per insensibilità umana e ottusità mentale.
Per il resto, il film è condotto molto bene, con una narrazione spoglia ed essenziale. Se non fosse per la disumanità della vicenda e dei personaggi, oltre che per la nera disperazione che comunica, sarebbe molto piacevole da vedere. Invece fa un po' stringere lo stomaco... Più che un atto di accusa verso certi manicomi e certi metodi di "cura" mentale, che pure è almeno in parte, a me sembra un'amara rappresentazione di una certa Francia di quegli anni, e di certi tipi umani che la popolavano. In una parte troviamo il giovane cantante Charles Aznavour.
Bella e dolce. Forse proprio per questo finisce per far risaltare la durezza del film.
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