Regia di Peter Bogdanovich vedi scheda film
Bell'esordio di Boghdanovich, uno di quei registi che sa cos'è il cinema e crede nei suoi mezzi.
L'ho visto per caso sugli scaffali di un negozio, l'ho “annusato”, e l'ho comprato, anche se prima non ne avevo mai sentito parlare. E non mi sono sbagliato.
Il giovane Bogdanovich – che recita anche in un ruolo – già mostra il suo talento e la sua consapevolezza dei mezzi del cinema. Questo si vede soprattutto nel montaggio tra una sequenza e un'altra, le quali vengono sempre accostate con ironia e bizzarre similitudini. Anche il gioco tra film e film nel film è gestito con intelligenza e fantasia.
Allo stesso modo, per quanto riguarda il contenuto, il film non è povero. Viene mostrata la discesa nella follia di un giovane di buona famiglia, di quel ceto medio americano che dà molta importanza alla rispettabilità esterna, e che sappiamo avere la fissazione delle armi... Sulla ragione dello spaventoso comportamento dell'assassino si può discutere. Io vi vedo lo schifo e la ribellione verso la vita che finora ha condotto, basata sul benessere materiale e sull'apparenza, e scevra di tutto il resto. Una vita sazia e noiosa insomma, senza ideali, senza scopi, senza obiettivi, e una fede di facciata anche quella. In tal modo, egli inizia ad odiare se stesso e gli altri. E ciò avviene come per caso, anche se non per caso; il progetto omicida si insinua in lui in modo quasi impalpabile, come senza una causa scatenante, anche se forse aveva serpeggiato nel suo animo già da un po'. Il fatto che la moglie respinga la sua richiesta di parlarne, appare come di poca importanza quanto a cambiare il corso degli eventi. Infine, per quanto crudele, è un perfetto vigliacco, come si vede bene in una scena.
La presenza del re dell'horror dei tempi che furono, cioè Boris Karloff, è una carta giocata bene da parte del regista. L'attore appare in un ruolo auto-ironico, e non auto-celebrativo per fortuna. A questo proposito c'è una scena quasi divertente: quando egli e il personaggio di Bogdanovich si destano dopo una sbornia, quest'ultimo si spaventa al trovarselo vicino al risveglio; ed egli stesso si spaventa al vedersi allo specchio... Del resto, con quella faccia!
Questa è anche una pellicola che metabolizza certi eventi passati (come l'assassinio di Kennedy) e prelude ad altri futuri, come le stragi da parte di un folle armato, che saranno purtroppo frequenti nella cronaca, anche odierna.
A giudicare dalle sequenze del film nel film, Boghdanovich sarebbe stato un buon regista di horror gotici, che purtroppo però non ha mai girato.
PS
In un passo viene narrata la fiaba di Samarcanda, resa celebre dalla canzone di Roberto Vecchioni.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta