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I berretti verdi

Regia di John Wayne, Ray Kellogg vedi scheda film

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La recensione su I berretti verdi

di giurista81
8 stelle

Primo grande war movie ambientato nel conflitto vietnamita durante l'effettivo svolgimento dello stesso, dopo alcune piccole produzioni e pellicole semisconosciute. È direttamente la star del western John Wayne a volere il progetto per rispondere al clima di proteste contro il governo e i militari. Wayne, convinto repubblicano, va controcorrente alla febbre anti-interventista e riceve persino l'appoggio del Pentagono che fornisce materiali e mezzi. Il film ne beneficia in modo spiccato. Per l'epoca I Berretti Verdi è altamente spettacolare e visivamente suggestivo per ambientazioni (ricreate negli Stati Uniti) e fotografia. Continua a essere estremamente moderno, grazie alla struttura divisa in tre parti (addestramento, difesa di un campo in costruzione e missione nella giungla) di cui le ultime due intrise di sequenze capaci di far scuola fino al finire degli anni ottanta col filone riavviato da Rambo 2. Trappole celate nella giungla, blitz a danno di piccoli comandi vietnamiti eretti nel bosco, squadre di elicotteri in operazioni di attacco o di recupero e poi assalti a campi in costruzione e il duro messaggio della guerra che uccide protagonisti, animali e lascia i piccoli in lacrime.

Wayne si ispira a un romanzo uscito in quegli anni a firma Robin Moore, ma ne cambia profondamente il senso. L'uscita suscitò un fiume di proteste e tentativi di boicottaggio, sia negli Stati Uniti che in Italia, ma anche in Vietnam dove i marines presero a pernacchie il film. Furono organizzati picchetti per impedire alla gente di recarsi nelle sale di proiezione. Tra i critici anche il futuro regista John Carpenter che, nonostante la lunga sequenza dal sapore howardhawksiano della difesa del campo in costruzione, dirà che solo “Chaplin faceva film comici migliori.” Il critico Roger Ebert lo elenca tra i film più odiati in una classifica stilata nel 2005. Sbandieratamene propagandistico fin dall'inizio. Il prologo è uno spot elettorale in cui si cerca di far capire perché l'intervento in Vietnam sia necessario. Due militari spiegano ai giornalisti contrari i motivi, dapprima sul versante umanitario e poi su quello della politica internazionale. I giornalisti protestano ma, tramite un loro inviato sul fronte, si ricrederanno e passeranno dalla parte dei militari. Tutto questo mentre il colonnello interpretato da John Wayne se la ride compiaciuto. I soldati americani sono tutti eroici, soccorrono i cittadini dei villaggi locali, adottano i piccoli ed eliminano sommariamente criminali di guerra perché non si potrebbe fare altrimenti secondo le regole civili. I nemici infatti sono bestie che uccidono vecchi e bambini, stuprano giovani donne e distruggono i villaggi che non forniscono loro giovani soldati. La commissione censura italiana taglia buona parte delle scene in cui vengono demonizzati i vietnamiti del nord (in una delle scene tagliate figurerebbe persino Chuck Norris che poi sarebbe ritornato sulla tematica con Rombo di Tuono). Lascia però le morti con soldati infilzati dalle trappole acuminate che si sollevano in aria e piantano il malcapitato sui tronchi degli alberi.

Eccezionale la lunghissima sequenza di battaglia per difendere un campo in costruzione. Wayne, che si riserva la possibilità di avere una voce in capitolo anche in regia, conferisce alla pellicola un taglio molto moderno. Si vedano, a titolo di esempio, le riprese sugli elicotteri che ispireranno Francis Ford Coppola per il suo Apocalypse Now. Il ritmo è sollecito, le scene di battaglia preminenti.

Wayne se la cava bene, anche se la parte relativa ai dialoghi e alla caratterizzazione dei personaggi è quella meno interessante per la natura stereotipata e propagandistica del progetto. Comunque un grandissimo bel vedere. Tecnicamente, data l'epoca, I Berretti Verdi è un war movie notevole.

 

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