Regia di Riccardo Sesani vedi scheda film
Una cantante rock viene sfruttata (anche sessualmente) dal manager; quando si innamora di un fotografo, l'amante va su tutte le furie e progetta una terribile vendetta.
1987 fatto e finito. Questo è un film figlio della sua epoca, dell'edonismo chiacchierone degli anni Ottanta, del culto dell'immagine vacua e del tutto-e-subito di quel triste periodo di falsi miti e ancora più fasulle promesse e opportunità. Fra queste, senz'altro, Marina Suma: belloccia (ma senza esagerare, per carità) e per nulla dotata come attrice, visse un momento di grande popolarità e finì presto nel dimenticatoio, presumibilmente perchè negli anni successivi certe porcate tipo Una donna da scoprire non si faranno più - grazie al cielo. Di Riccardo Sesani c'è persino meno da dire: meteora cinematografica, regista di qualche commediola scollacciata, anche in questa occasione non perde tempo e fa denudare la protagonista pressochè nell'immediato, per non darle tregua lungo il centinaio di minuti di pellicola: scosciata, a pecorina su un divanetto, in autoreggenti, nuda nel letto, la Suma può comodamente interpretare tutto il campionario delle sue possibilità espressive nel corso di questo film. Se si esclude la comparsata di Agostina Belli - ahilei -, il resto del cast è all'altezza della situazione: Antonio Marsina, Jean-Marie Marion, Bruno Riccardo Di Luia... Se vi state chiedendo "chi?" è tutto a posto. Il soggetto e la sceneggiatura sono firmati da Roberto Leoni e la storia non brilla nè per originalità, nè per fluidità narrativa, nè per senso logico, nè per altro: non brilla, punto e basta. Da rimarcare quantomeno l'impostazione maschilista-guardona e, per gli onanisti in ascolto, una scena di sesso abbastanza esplicita e altrettanto breve nella quale la Suma compie una fellatio in maniera decisamente realistica, nella seconda metà della pellicola. Spazzatura vagamente patinata, ritratto della sua contemporaneità. 1,5/10.
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