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Atlantic City, U.S.A.

Regia di Louis Malle vedi scheda film

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La recensione su Atlantic City, U.S.A.

di maso
8 stelle

Davvero niente male questo film di Louis Malle: ha il grande pregio di descrivere lo squallore devastante che aleggia in quel bugicattolo di città che è Atlantic City, un agglomerato urbano di quarantamila anime circa che ruotano intorno a un pugno di casinò ed un camminatoio in legno, unica vera attrazione su un tratto di mare grigio ed asettico oppresso da parcheggi ascensore, alberghi demodé e statue elefante.
In questa natura morta si srotola la storia della bella Sally, interpretata da una stuzzicante e convincente Susan Sarandon, alla ricerca della stabilità dopo una serie di sconfitte esistenziali che le si ripresentano davanti sotto forma di ex marito e sorella in dolce attesa di lui, vagabondi e fidanzati, proprio lo scapestrato Dave pensa di ripartire da Atlantic City dopo essersi impossessato furtivamente di una partita di cocaina che scotta.
La sera dopo tante ore passate al ristorante a maneggiar pesce Sally si pulisce strofinandosi con il limone destando le fantasie del vecchio Lou che la osserva dalla finestra, personaggio incarnato alla grande da un commovente Burt Lancaster nella sua ultima prova meritevole di una nomination all'Oscar, il vecchio gangster di mezza tacca vive come un parassita attaccato alla gonna dell'anziana Grace ma troverà una inaspettata occasione di riscossa incrociando il suo destino con quello di Dave attraverso il quale avvicinerà finalmente Susan. 
Louis Malle racconta la sua storia con amaro realismo e non concede spazio al benchè minimo umorismo, si attacca invece ai suoi personaggi descrivendo con impeccabile verismo il loro scontro quotidiano con la vita e il mondo fasullo del soldo facilmente perduto sui tavoli verdi, faticosamente guadagnato dopo ore di duro lavoro al servizio di sfrontati spendaccioni, rischiosamente racimolato con la vendita di droga a viziati pokeristi.
E' classificato come uno dei sei film candidati ai 5 oscar più importanti senza averne vinto nemmeno uno.

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