Regia di Louis Malle vedi scheda film
Noir crepuscolare, palcoscenico di personaggi che rimpiangono una grandezza passata o sognano una riscossa futura altrove, immersi in un presente squallido, una Atlantic City ormai fatiscente, in via di dimissione e demolizione, dominata dalla disillusione e tuttavia anche dalla nostalgia per un un'età dell'oro che non è mai veramente esistita, .
VOTO: 7,5 su 10
“Buddy, you live too much in the past. - Yeah. But them were the days.”
L'attempato delinquente di mezza tacca Lou Pascal (Burt Lancaster), ormai ridottosi a badante della scorbutica vedova di un gangster, spia dalla finestra la vicina cameriera aspirante croupier Sally (Susan Sarandon), mentre ogni sera taglia limoni e si cosparge il corpo di succo per mandar via l'odore di pesce della cucina del ristorante, ascoltando la Casta Diva. Quando improvvisamente si presenta la scapestrata coppia formata dall'ex marito (Dave) e dalla sorella incinta di Sally, Lou vede nell'aggancio dell'ingenuo ragazzo la possibilità di conoscere Sally. Per Dave è invece un'occasione di utilizzare l'esperienza e le relazioni del vecchio, che millanta esagerando di molto la sua importanza nel sottobosco criminale, per piazzare la busta di droga che ha sottratto ad una gang.
Noir crepuscolare, palcoscenico di personaggi che come Lou rimpiangono una grandezza passata o come Sally sognano una riscossa futura altrove, immersi in un presente squallido, in una Atlantic City ormai fatiscente, in via di dimissione e demolizione; quelle che appaiono nel film sono le vere demolizioni degli antichi alberghi e resort, in corso durante le riprese per lasciar spazio a nuovi progetti immobiliari. L'ambientazione decadente è perfetta per una pellicola dominata dalla disillusione, e tuttavia anche dalla nostalgia per un un'età dell'oro che non è mai veramente esistita se non negli occhi di chi era giovane ed illuso (“You should have seen the Atlantic Ocean back then. “).
L'opera del grande regista francese Louis Malle, in trasferta americana, oltre all'ambientazione evocativa vanta una trama in crescendo che si prende tutto il tempo per un'introduzione approfondita del carattere dei personaggi e poi, a partire dalla impressionante sequenza dell'omicidio di Dave nel parcheggio dalle strutture semoventi, si avvia in crescendo con l'incontro tra Lou e Sally (che aspetta metà film per aver luogo) verso la malinconica bellezza della sezione finale, in cui le illusioni di Lou dovranno fare i conti con l'amarezza della realtà.
Si tratta anche ovviamente anche di un film di interpreti. Tra i non protagonisti spicca un'effervescente Kate Reid nella parte dell'anziana vedova del boss, acida e pretenziosa seppur sia confinata a a letto, un'altra illusa giunta ad Atlantic City ai tempi della guerra per partecipare ad un concorso per sosia di Betty Grable. Il ruolo di Michel Piccoli come direttore di sala da gioco mi è sembrato invece insignificante per un attore così importante.
Burt Lancaster giganteggia nel personaggio cardine, allo stesso tempo dolente e patetico, del vecchio gangster alla ricerca di un amore impossibile con una donna giovane, che si vanta di un passato da killer a cui bastava un tuffo nell'Oceano per liberarsi del senso di colpa per le sue vittime, per nascondere che in realtà veniva soprannominato “palle mosce” e non ha mai eliminato nessuno fino all'omicidio del pre-finale, patetica rivalsa dopo aver permesso imbelle che Sally venisse picchiata dai due sgherri. Lancaster fu candidato all'Oscar ma perse contro un altro grande vecchio di Hollywood in un altro ruolo sul crepuscolo della vita, Henry Fonda in Sul Lago Dorato, che mi è capitato per puro caso di vedere nei giorni scorsi.
La giovane Susan Sarandon, allora fidanzata del regista, è bravissima nella scena in cui dà di matto al casinò, assestando meritate sberle.
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