Regia di John Sturges vedi scheda film
Poliziesco alla Callaghan, con uno stanco ma ancora efficace John Wayne, forse pentito di aver rifiutato, a suo tempo, il ruolo che rese una celebrità negli Stati Uniti Clint Eastwood. Poliziotto tutto di un pezzo e di vecchio stile (sia nei modi che nel look, anche se va in giro con una Mustang), poco procedurale e refrattario agli ordini dei superiori, Parker rinuncia persino al distintivo pur di compiere un'indagine che il capo della polizia gli aveva vietato. Così si fa assumere da un detective privato (interpretato da David Huddleston, il capo della polizia in I Due Superpiedi quasi Piatti) e finge di condurre il lavoro per un sedicente cliente. Non si contano le volte in cui la polizia gli sequestra la pistola che, puntualmente, lui sostituisce con un'altra (a dimostrazione di quanto sia facile recuperare armi in America).
Al centro dell'intreccio c'è la morte di un caro collega, fulminato nell'adrenalinico prologo in cui si contano tre morti in altrettanti minuti. Il copione e alcune sequenze, tra tutte quella dei due camion che, provenienti da due sensi opposti, stritolano in un vicolo l'auto su cui viaggia il Tenente Parker, anticipano le soluzioni dei polizieschi con Steven Seagal. C'è anche l'idea, proveniente da Una 44 Magnum per l'Ispettore Callaghan, della polizia e delle istituzioni corrotte.
Sturges, da abile regista western, segue gli insegnamenti di Siegel e di Peckinpah. Il sangue sprizza fuori dalle ferite, le mani malmenano i banditi in barba ai loro diritti. Inseguimenti automobilistici (tra cui lo spettacoloso epilogo che sembra girato sulla lunghissima risacca della California), sparatorie, qualche scazzottata alla Callaghan e una sceneggiatura interessante che rende incerto fino alla fine il senso del film. Certo, c'è qualche aspetto poco chiaro (tipo le uccisioni dei due poliziotti iniziali), però il film tiene viva l'attenzione in ogni sua parte. Geniale la sequenza del doppio furto del carico di droga, con i banditi che cercano di rubare il bottino sotto il naso dei poliziotti così da beffeggiarli, ma non sanno di esser stati anticipati dagli stessi con tanto di beffa aggiuntiva che vede il boss urlare al cospetto di una scorta di zucchero.
Bernstein accompagna la visione con una calibrata colonna sonora. Gran bel poliziesco, pur se di imitazione.
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