Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Un duro che gioca sul burro, è come un cantante che sghignazza in una carota. Lui è un genio, un po' come tutto il resto del mondo.Ma in "Occhi di serprente" i ruoli si scambiano, ed è come se la visione del mondo diventasse quella di Ferrara. Ed allora tutto è stranamente più insulso e sbagliato. Come uno scrittore che usa una Bic, o una mina HB. C'è qualcosa che non gira, come un ingranaggio inceppato, un sasso, o solo un punto senza una virgola. Ci penso, ma non arrivo da nessuna parte. Occhi di serpente è un film, su questo non ci sono dubbi, ma sbiadito ed invecchiato. Una simmetria perplessa di un'idea troppo dozzinale. Se giochiamo duro, facciamolo fino in fondo. Non c'è tempo, alla fine del primo, per bere un gatorade. E' come un pallina anti stress. Poco utile ed ancor meno affascinante. Penso sia la tipica occasione sfruttata a metà. Sì, bè, questa mi pare proprio la volta buona. Ed invece alla fine rimani con un pugno di mosche. Bo.Adesso ho fuso.
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