Regia di Lewis Teague vedi scheda film
Una piccola disamina degli stilemi kinghiani, discontinua, ingenua ma intenta a riconsegnare la poetica del “Re” nel cuore, e negli schermi, dei suoi affezionati discepoli. Il film di Teague si divide in tre segmenti ben delineati, che vanno dalla paranoia allucinatoria del primo episodio alla tensione fobica del secondo. Il gatto citato nel titolo ha un ruolo perlopiù decorativo, tranne nella storia conclusiva dove si ritaglia una parte salvifica da vero protagonista. Bella la fotografia di Jack Cardiff.
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