Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Un film controverso, forse troppo frammentato ma comunque interessante, con un ottimo Tognazzi nella parte di un modesto bibliotecario di provincia che parte per il capoluogo meneghino con l'obiettivo di distruggere la sede del gruppo minerario per cui ha lavorato e che, oltre ad averlo licenziato,si è macchiato anche della morte in un incidente di 47 minatori.Tuttavia, ammaliato e sedotto dal mondo alto-borghese,finisce per diventarne un ingranaggio ben remunerato, pubblicitario di grido e uomo apparentemente appagato (pur con qualche rimorso) nelle sue aspettative di benessere. Forse più controversa la parte, parallela alla vicenda lavorativa, del doppio rapporto con moglie ed amante (la brava e indubbiamente bella Ralli) che non si risolve mai, a dimostrazione di un perbenismo di fondo e di una decisa ipocrisia. La critica degli anni del boom (peraltro al loro punto discendente) è efficace, forse ciò che manca è una unitarietà di visione ed una maggiore uniformità in un racconto che si fa a volte confuso, quasi a dover cercare il paradosso a tutti i costi. Bella la descrizione del primo sviluppo di una Milano ancora non "da bere" e dove la nebbia, citando Totò, c'è ma non si vede.
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