Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Il film del povero Lizzani, scomparso tragicamente in tempi recenti, si rifà al bellissimo romanzo di Bianciardi e offre un bello spaccato di società italiana, milanese, nella fattispecie, agli albori degli anni sessanta. La storia è quella di un anarchico che giunge a Milano per far saltare un grattacielo, ma finisce, inesorabilmente, per conformarsi, per essere plagiato dalla società dei consumi che stava nascendo in quegli anni. Nonostante un grande Tognazzi, il film non è riuscito a coinvolgermi, è invecchiato male ed è valido soprattutto sotto l'aspetto sociologico e documentaristico, a mio modo di vedere. C'è una Milano che è solo un ricordo, ci sono le osterie con un giovane Jannacci che canta, oh yes, ci sono i casermoni che nascono, le periferie che si allargano, i primi moti di piazza e le case pensioni. Il film rimane un po' imprigionato nella commedia di costume, prova a divincolarsi, a esser qualcosa di diverso, ma non ce la fa. Da leggere, invece, assolutamente, il libro di Bianciardi.
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