Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Un film ostentatamente a tesi con un Tognazzi che fa di tutto per rendersi latore credibile del messaggio inviato da Lizzani.Riflettendoci,la scelta di Tognazzi forse non giova al film proprio per la sua caratterizzazione più incline al comico che al grottesco.Oggi è un film che appare irrimediabilmente datato,del resto la conversione del puro di spirito(o quasi,il protagonista pur non essendo schiavo della Sodoma e Gomorra che va a combattere non ha intenzioni di chiarezza adamantina,anzi parte per combinare il finimondo) che si fa contaminare l'animo dalla dissoluzione della metropoli appare al giorno d'oggi ababstanza ingenuo.Siamo abituati a ben altri livelli di perversione,la pubblicità è entrata nell'humus sociale infiltrandosi subdolamente come un cancro e di fatto condizionando le scelte di ognuno di noi nonchè il progresso sociale.La lode incondizionata alla vita bucolica e agli artigiani di una volta è un messaggio fin troppo ovvio(come anche quello riconciliatore del finale),soprattutto ora che il progresso e la globalizzazione economica hanno raggiunto vette che il protagonista di questo film(e lo stesso Lizzani) all'epoca si sognavano .Ecco perchè lo ritengo un film invecchiato male,talmente verboso da far affiorare qua e là un po'di noia.Forse per fare un film di vera critica sociale la scelta del protagonista si doveva indirizzare altrove:Tognazzi,pur bravissimo,pur dandosi anima e corpo alla parte,rende ondivago il film tra critica sociale e caricatura forse anche a dispetto delle intenzioni di Lizzani.....
a mio parere non è una delle sue migliori regie
bravo ma poco adatto al personaggio
non male
bravo
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