Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
"La verità è che l'unico vero miracolo economico lo fece quello che moltiplicò pani e pesci e diede da mangiare alla gente gratis, in allegria". Perchè questo film di Lizzani è un capolavoro? Perchè è l'unico, vero sguardo critico approfondito al boom dal punto di vista politico e sociologico: il benessere che inghiotte l'uomo-forza lavoro, la sua creatività, la sua volontà. E Tognazzi è mostruosamente azzeccato come affannato, allucinato interprete dell'inattendibilità dei propositi umani e dell'irriconoscenza verso le proprie origini, della perdita dell'umiltà alla prima proposta di scambio con un posticino al sole qualunque. Nonostante i toni che spesso ricalcano (grandiosamente, senza strafare) la commedia all'italiana, versante Risi, qui la morale si spinge oltre all'ironia del destino, all'arrogante bizzarria del caos, e si schiera con decisione, non necessariamente a sinistra, quanto dalla parte dell'uomo-individuo. Emblematiche alcune sequenze: l'apertura con l'ascesa in scala mobile (simbolo del progresso, dell'automatizzazione e della parallela scalata sociale che il protagonista sta per intraprendere), oppure Tognazzi che, dal salone delle riunioni in cui sta tenendo una conferenza, guarda in basso l'affollata ed operosa piazza del Duomo mentre spiega la naturale refrattarietà dell'uomo verso l'esterno: c'è parecchia analisi in questo omonimo lavoro di Bianciardi da cui il film è tratto. Insieme a Banditi a Milano, il miglior film del prolifico e mai sazio sperimentatore Lizzani.
Un impiegato frustrato si reca a Milano con l'idea precisa di far esplodere il grattacielo della ditta per cui lavora; ri-assunto come pubblicitario, incontra successi lavorativi e denaro e dimentica ogni proposito, nonchè la famiglia, moglie e figlio, che lo attendono in provincia.
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