Regia di Steno, Mario Monicelli vedi scheda film
L'ultima collaborazione fra Monicelli e Steno, dopo una serie di commedie (fra cui quattro film con Totò), è un prodotto atipico per entrambi i registi anche considerando il complesso delle loro future - e lunghe - carriere. Le infedeli è infatti un noir psicologico che ruota attorno alla figura di un inaffidabile detective privato, fascinoso e scaltro, portavoce di alcuni fra i difetti più comuni attribuiti al maschio italiano: spavaldo, bugiardo, spudorato e perfino, in questa circostanza, senza cuore al punto di incolpare dei propri crimini un'innocente, che oltrettutto si suiciderà. La critica sostiene che la partecipazione di Steno sia meno marcata rispetto a quella di Monicelli e forse questo tocco di 'psicologia popolare' potrebbe confermare tale idea; ad ogni modo a scrivere la storia - tratta da un soggetto di Ivo Perilli - oltre ai due registi nei crediti della pellicola sono aggiunti Franco Brusati e lo stesso Perilli. I collaboratori tecnici sono di primo livello: le musiche sono affidate a Trovaioli, la fotografia ad Aldo Tonti (e Luciano Trasatti), le scene a Mogherini ed i costumi a Gherardi, mentre come aiuto regista c'è nientemeno che Gillo Pontecorvo; produzione De Laurentiis/Ponti. Fra gli interpreti soprattutto volti femminili: Gina Lollobrigida, Anna Maria Ferrero, Irene Papas, Marina Vlady; il protagonista maschile è invece il francese Pierre Cressoy, che avrà una carriera di poco risalto fra peplum e western nostrani. Un prodotto di maniera, con una trama sufficientemente complessa, ma dai colpi di scena abbastanza prevedibili. 5,5/10.
Un investigatore privato è incaricato di scoprire l'infedeltà della moglie di un industriale già pronto a rimpiazzare la donna; l'investigatore però - tipo piacente, ma losco ed ambiguo - decide di approfittare della situazione.
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