Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
Penultimo lavoro di Jean-Pierre Melville, e tra i più citati di una filmografia molto amata dalla critica, "I senza nome" ha un titolo in originale, "Le cercle rouge", che si rapporta all'incipit:una citazione buddista che metaforizza il destino in un cerchio rosso che, se esistente, al momento giusto collega due persone. Cronaca di un colpo perfetto le cui conseguenze però non lo saranno, il film è narrato con lo stile elegante, secco, volutamente scarno dell'autore di "Frank Costello faccia d'angelo", di cui ritrova qui il protagonista Alain Delon: e raramente al cinema si è visto un resoconto così puntiglioso ed eccezionalmente avvincente di una rapina, senza concessioni alla spettacolarizzazione ma con un senso dei tempi realistico ed una cronistoria dell'organizzazione dell'atto criminoso praticamente perfetta. Magari il recupero del personaggio di Yves Montand, in preda ad un delirium tremens da alcool, con tanto di allucinazioni di animali che invadono la sua camera è un pò troppo superficiale, ma i personaggi sono raccontati con cura, il concetto romantico della mala con codice d'onore (il rapinatore Volontè che grazia il poliziotto nel finale) è ben reso, e l'idea di assemblare tre star cinematografiche dallo stile recitativo completamente diverso uno dall'altro è un colpo di genio;il sornione Montand, il freddo Delon e l'energico Volontè si miscelano giocandosela da grandi dello schermo quali sono stati.
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