Regia di John Carpenter vedi scheda film
Come nella miglior tradizione western, si comincia con una lunga attesa in cui la narrazione segue lentamente vicende solo all'apparenza scollegate, con un condimento di tensione che presagisce l'imminente bagno di sangue. È la trama di Mezzogiorno di fuoco, o più precisamente di Un dollaro d'onore, ciò che cambia è il contesto: nel mondo di Carpenter non esistono gli eroi come non esistono i cattivi, tutti i personaggi si trovano immersi in un inferno metropolitano degenerato, in cui criminali e poliziotti si confondono fra loro portando avanti una guerra senza esclusione di colpi. È il mondo della legge del più forte, nel quale gli assaltatori di questo occasionale Fort Alamo agiscono pervasi da una spietata apatia (come gli zombi de La notte dei morti viventi), dove si ammazzano bambini quasi per distrazione, in cui la morte viene spogliata da qualsiasi estetizzazione romantica e la violenza è pronta ad insinuarsi nella quotidianità di tutti. I migliori elementi carpenteriani ci sono già: scene d'azione crude e coinvolgenti, clima apocalittico, fuorilegge che si riscattano e forze dell'ordine assassine, caratterizzazione dei personaggi semplice ma tremendamente efficacie, colonna sonora synth memorabile e Napoleone Wilson (prototipo di tutti i successivi antieroi).
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